Febbraio

3 Febbraio

- Nel 1845 Edmond Frémy scoprì il sale fortemente ossidante, utilizzato principalmente per l'ossidazione e di ammine aromatiche e fenoli, che ancora oggi porta il suo nome.

Il sale di Frémy (noto anche come nitrosodisolfonato di potassio) ha però un'altra grande caratteristica; il dimero (che è la forma commerciale) può essere dissociato ed il prodotto che ne deriva è un radicale persistente poiché, a causa degli ingombri sterici attorno al centro radicale, la reazione con altre specie viene resa più difficile e quindi rallentata.

Per questo il sale viene comunemente utilizzato come standard in EPR (Electron Paramagnetic Resonance) o come modello in studi che coinvolgono specie radicaliche.

Il chimico è scomparso il 3 Febbraio 1894.

6 Febbraio

- Nel 1885 fu consegnato al chimico tedesco Clemens Winkler un nuovo minerale proveniente dalla miniera Himmelsfürst, situata nei pressi di Freiberg. I chimici che avevano analizzato il materiale prima di lui conclusero che questo minerale, chiamato in seguito Argirodite, conteneva argento e zolfo.

Quando Winkler analizzò il minerale scoprì che i componenti fino ad allora rinvenuti costituivano il 93-94% circa della sua massa totale, il che lo fece insospettire della presenza di un elemento fino ad allora sconosciuto.

Dopo diverse fasi di purificazione, durate alcuni mesi, Winkler riuscì ad isolare questo nuovo elemento, battezzato in seguito Germanio in onore della sua patria, il 6 febbraio 1886.

8 Febbraio

- Il chimico Moses Gomberg è considerato il padre della chimica dei radicali. Nato a Kirovohrad, oggi in Ucraina, l'8 Febbraio 1866, fu costretto ad emigrare in America per sfuggire al pogrom ordinato in seguito all'assassinio dello zar Alessandro II; qui ottenne il dottorato con una tesi sulla sintesi di derivati della caffeina.

Nel periodo 1896-1897 si trasferì in Germania dove riuscì a produrre un composto a lungo ritenuto impossibile da sintetizzare a causa dell'elevato ingombro sterico: il tetrafenilmetano. In seguito a questo grande successo volle spingersi oltre e provare a sintetizzare l'omologo superiore, l'esafeniletano. Fu durante questi esperimenti tuttavia che le reazioni presero una strada del tutto inaspettata con la produzione di nuove sostanze giustificabili soltanto attraverso la formazione di un radicale persistente, il trifenilmetile per la precisione. Gomberg non riuscì mai ad isolare il composto con carbonio trivalente da lui ipotizzato ma solamente il dimero prodotto dalla reazione; fu il suo successore Wilhelm Schlenk ad isolare per primo un radicale, il tris(bifenil)metile, sotto forma di cristalli neri.

A conclusione dell'articolo in cui esponeva le sue ipotesi e riportava i risultati ottenuti Gomberg scrisse “Questa ricerca continuerà e vorrei riservare a me stesso questo campo d'indagine”; riteneva infatti che di poter gestire da solo quello strana scoperta ed i chimici dell'epoca, dubbiosi nei riguardi di questa teoria del carbonio trivalente, inizialmente lo accontentarono, anche se ben presto fu lo stesso Gomberg ad accorgersi che il settore della chimica che aveva fondato era troppo ampio per essere riservato a lui solo.

Insieme all'allievo Werner Emmanuel Bachmann scoprì in seguito la reazione che oggi porta i loro nomi (reazione di Gomberg-Bachmann) in cui due residui arilici vengono accoppiati attraverso la formazione di un sale di diazonio.

10 Febbraio

- Il 10 Febbraio 1840 nasceva Per Teodor Cleve, chimico e geologo svedese nel 1874 scoprì che il “didimio” non era un nuovo elemento bensì la mescolanza di due diversi elementi, il neodimio e il praseodimio.

Nel 1879 identificò altri due nuovi elementi: l'olmio e il tulio.

Per il suo contributo alla scoperta dei numerosi lantanidi ricevette nel 1894 la Medaglia Davy.

A lui infine è stato dedicato il minerale cleveite, una forma di uraninite (biossido di uranio) con il 10% di uranio sostituito da terre rare.

16 Febbraio

- Il 16 Febbraio 1953 all'interno della società svedese ASEA (Allmänna Svenska Elektriska Aktiebolaget), una delle principali nel campo della produzione elettrica nel paese, è stata ottenuta la sintesi indipendente di un piccolo diamante artificiale.

Il progetto Top Secret denominato QUINTUS aveva visto la collaborazione di scienziati ed ingegneri a partire dal 1949 e si inseriva in una “corsa ai diamanti sintetici” iniziata dopo la seconda Guerra Mondiale che vedeva contrapposte principalmente la casa svedese e la General Electric americana a colpi di brevetti dichiarazioni, smentite e premi Nobel.
Il progetto QUINTUS (rivelato solamente nel 1980) prevedeva l'applicazione di una pressione di 8,4 GPa per un'ora all'interno del dispositivo per il riscaldamento del carbonio ed ha avuto il merito principale di aver fornito, oltre alla sintesi accertata, i primi risultati riproducibili nel campo dell'ottenimento dei diamanti dal carbonio per via sintetica che affonda le sue radici nei primi studi condotti da Hannay nel 1879 e da Moissan nel 1893 (riscaldamento del carbone fino a 3000 °C).

Oggi gli usi dei diamanti sintetici sono molteplici: dalla fabbricazione di materiali da taglio che sfruttano la loro durezza, all'impiego come conduttori termici nelle applicazioni che richiedono il trasferimento di calore ma non di elettricità (dissipatori di calore in dispositivi elettronici e laser ad alta potenza), materiali ottici e naturalmente come pietre preziose.

18 Febbraio

- Il 18 Febbraio 1913 fu introdotto per la prima volta il termine “isotopo” per indicare atomi che a parità di numero atomico presentano massa atomica differente (e quindi numero di massa differente) per la presenza di un numero diverso di neutroni nel nucleo.

Il chimico britannico Frederick Soddy coniò il termine dal greco "isos topos" che significa “nello stesso posto” perchè tali elementi occupano la stessa posizione nella tavola periodica. Aveva già postulato la loro esistenza nel 1912 a seguito di alcuni studi sul decadimento radioattivo, ma la prima prova sperimentale sull'esistenza degli isotopi fu data da Joseph John Thomson solamente nell'anno seguente.
L'origine del nome tuttavia non fu sua ma della dottoressa Margaret Todd che, durante alcune conversazioni con Soddy su questi temi, gli propose di attribuire il nome di isotopi a tali atomi.

Frederick Soddy ottenne il premio Nobel per la chimica nel 1921 e a lui è dedicata la soddyite, un minerale composto da silicati di uranile.

19 Febbraio

- Il primo scienziato a suggerire l'esistenza di una relazione tra la concentrazione di anidride carbonica nell'aria e la temperatura atmosferica fu, nel 1896, il chimico-fisico svedese Svante August Arrhenius; all'epoca tuttavia i problemi legati all'effetto serra ed ai cambiamenti climatici erano solamente ipotizzati e non avevano la rilevanza dei nostri tempi, pertanto tale teoria ebbe uno scarso seguito e per lo più fu rilegata al campo delle curiosità.

Decisamente di altra rilevanza furono gli studi sugli effetti dell'elettricità nelle soluzioni intrapresi da Arrhenius durante il periodo del dottorato; in particolare nella sua dissertazione finale, tenuta nel 1884, il chimico concluse che i responsabili del trasporto della carica elettrica in una soluzione salina fossero gli ioni, dimostrando inoltre come anche l'elettrolisi fosse dovuta alla presenza di questi ultimi. L'idea della connessione tra attività chimica ed elettricità non entusiasmò e non convinse completamente i professori della commissione che la valutarono con freddezza; tuttavia una scoperta di tale portata non poteva lasciare indifferente la comunità scientifica e nel giro di pochi anni il suo lavoro fu completamente rivalutato ed al chimico svedese fu assegnato il premio Nobel per la Chimica nel 1903.

Come estensione dei suoi studi sugli ioni Arrhenius propose anche una prima teoria per giustificare il comportamento degli acidi e delle basi per la quale, in soluzione acquosa, si definisce acido una sostanza in grado di liberare ioni H⁺, mentre una base è caratterizzata dalla capacità di rilasciare ioni OH⁻.

Le indagini successive, nel campo della cinetica chimica, gli permisero di ricavare la relazione tra la costante di velocità e la temperatura, nota come equazione di Arrhenius, in cui l'energia di attivazione, definita come la barriera energetica che deve essere superata affinché due molecole possano reagire, viene correlata alla velocità di una reazione. Il chimico svedese è nato il 19 Febbraio 1859.

22 Febbraio

- Il 22 Febbraio 1879 nasceva a Varde, Danimarca, il chimico Johannes Nicolaus Brønsted.

Nel 1923 introdusse, in contemporanea con il chimico inglese Thomas Martin Lowry (anche se i due lavorarono in maniera indipendente), la teoria acido base che ancora oggi porta i loro nomi e per la quale, in sostanza, un acido è una specie chimica in grado di donare protoni mentre una base è una specie chimica in grado di accettarli.

Il lavoro del chimico danese ha contribuito inoltre all'evoluzione dei campi della catalisi, della termodinamica e dell'affinità chimica.

25 Febbraio

- La chimica e fisica tedesca Ida Tacke, conosciuta anche come Ida Noddack dal cognome del marito Walter Noddack, fu la prima ad elaborare l'idea di una fissione nucleare per spiegare i risultati ottenuti da Enrico Fermi nel 1934 quando, a capo del gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, provocò la prima fissione nucleare artificiale di un atomo di Uranio.

Gli scienziati avevano spiegato i risultati ipotizzando la produzione di nuovi elementi transuranici, l'interpretazione della collega tedesca invece si basava su una scissione del nucleo di Uranio durante il bombardamento con i neutroni; i tentativi di convincere Fermi tuttavia fallirono e i suoi meriti sarebbero stati riconosciuti soltanto in seguito.

Nel 1925 aveva già condiviso assieme al marito la scoperta di uno degli ultimi elementi naturali rimasti ignoti all'epoca, il Renio chiamato così dal nome latino del fiume Reno, Rhenus.

La scienziata è nata il 25 Febbraio 1896.

26 Febbraio

- I terpeni sono molecole, cicliche o meno, derivate dall'unione di due o più unità di isoprene; prodotte da numerose piante rappresentano i componenti principali degli oli essenziali che si possono ottenere a partire da queste ultime.

Il chimico tedesco Otto Wallach è stato definito “il Messia dei Terpeni” poichè fu il primo a compiere uno studio sistematico di questa classe di composti e a comprendere la struttura di numerosi terpeni. Riuscì ad isolarne ed identificarne molti, ma il suo più grande merito è quello di aver lasciato in eredità un metodo di indagine e classificazione di queste molecole; ad esempio fu lui a coniare il nome di terpeni e ad identificare e rinominare, tra gli altri, il pinene, un composto organico volatile che si ricava dalle conifere e possiede un aroma balsamico.

Le sue ricerche iniziarono durante il periodo in cui divideva il laboratorio con Friedrich Kekulé a Bonn; quest'ultimo infatti aveva un recipiente con alcune fiale di oli essenziali inutilizzati risalenti a diversi anni prima e Wallach, incuriosito dal loro contenuto, chiese al collega di poterle analizzare. Kekulé rispose ironicamente: “Volentieri, se riesci a farci qualcosa”.

Il chimico tedesco compì inoltre numerose ricerche nel campo della sintesi organica: studiò la conversione di composti carbonilici in ammine mediante riduzione amminativa; indagò il riarrangiamento con acido solforico di azossi-composti aromatici in azo-composti contenenti un gruppo idrossile in posizione para; sancì infine la regola, confermata in seguito attraverso studi cristallografici, per cui i cristalli ottenuti da miscele racemiche tendono ad essere più densi rispetto a quelli dei rispettivi composti chirali.

“In riconoscimento ai servizi resi allo studio della chimica organica e per il suo lavoro sui composti alifatici, nonché per il suo pionieristico lavoro sugli azossi-composti” Wallach ricevette il premio Nobel per la Chimica nel 1910. Il chimico tedesco è scomparso il 26 Febbraio 1931.